Franco Greco e il piacere di insegnare
di Tonia Fiorino
In varie occasioni, da quando Franco non c’è più, ho avuto l’onore di parlare e scrivere di lui, anche se ogni volta ho provato e provo anche ora, a distanza di tanti anni, un forte dispiacere per la perdita dell’amico fraterno e una struggente nostalgia soprattutto per le belle chiacchierate, mentre raggiungevamo l’Università da Caserta in macchina o in treno, durante le quali si parlava di tutto, della famiglia, dei figli, delle nostre aspettative lavorative, di argomenti culturali in ambito teatrale, letterario, sociologico e non solo.
Non posso dimenticare che in un momento molto triste per la perdita del mio compagno di vita, fu lui che, quasi di forza, volle che riprendessi presto il mio lavoro e mi accompagnò fin nel mio studio preoccupandosi di tenere la porta aperta in modo da controllare che stessi bene. La mia stanza, infatti, era adiacente a quella che Franco occupava insieme a Giorgio Fulco. Tutti e tre ci eravamo formati alla scuola del grande Salvatore Battaglia, insieme anche a Francesco Bruni, che poi si trasferì all’università di Venezia, e rappresentavamo il gruppo dei giovani rispetto ai più anziani Alberto Varvaro, Vittorio Russo, Giancarlo Mazzacurati. Con gli occhi della mente li ricordo tutti nitidamente mentre dibattevano qualche problema letterario o partecipavano alle sedute di laurea o anche si divertivano per qualche battuta di spirito o per qualche vicenda esilarante. Non c’era rivalità fra di noi e questo spiega perché noi tre, Franco, Giorgio ed io non siamo stati solo colleghi ma anche e soprattutto amici. (Ricordo che fu Giorgio a telefonarmi quando Franco morì e risento la sua voce che mi chiamava ripetutamente perché io non rispondevo, scioccata dalla brutta notizia). E non si può, credo, comprendere pienamente la figura di Franco Greco se non la rapportiamo al gruppo nel quale nasce, si forma, lavora e cresce egregiamente come dimostrano le tante opere scritte, le tante mostre organizzate, le tante ricerche avviate e non ultime le sue lezioni accademiche ascoltate e apprezzate dai suoi molti studenti negli anni.
Sue qualità particolari, però, erano l’entusiasmo per la vita in tutti i suoi aspetti, per cui non era mai noioso o burbero, la sua capacità affabulatoria per cui lo si poteva ascoltare per ore, ma anche la semplicità con la quale trattava i suoi allievi, spronati all’ascolto delle lezioni e a fare ricerche di opere dimenticate e contestualmente ad acquistare un metodo di studio. E debbo ringraziare la sorte che mi ha concesso di conoscere una persona bella e solare come Franco Greco che rivedo ancora mentre butta indietro il suo ciuffo di capelli neri che spesso gli cadevano sulla fronte.